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All'inizio del novecento si affermano le avanguardie stilistiche in Francia si diffonde lo stile Art Déco con mobili essenziali, rigidi e colorati secondo un processo che si completa negli anni Venti. Si riutilizzano le vecchie tecniche di decorazione, come la lacca, il cuoio inciso e colorato, nascono nuove impiallacciature con lo zigrino e il vetro. Le forme dei mobili diventano stilizzate, geometriche e monumentali. Tre nuovi tipi di mobili diventano "indispensabili": l'armadietto da cocktail, il mobile per la radio e per il grammofono. In Italia, pur inserendosi in un contesto stilistico-evolutivo di respiro internazionale, elabora caratteri spiccatamente nazionali. In Germania i modelli disegnati da Le Corbusier, che realizza una estrema semplificazione nei suoi mobili non concedendo nulla alla decorazione, si trasforma nel nuovo mobilio in tubi di acciaio che sopravvive fino ai giorni nostri. Nel secondo dopoguerra la produzione del mobilio vede emergere, oltre al gusto prettamente scandinavo, il design italiano che negli anni Cinquanta presenta figure decisamente all'avanguardia come Ponti, Mollino e Castiglioni. Seguiranno nuovi gruppi d'avanguardia come il Neo-Liberty, la Pop-art e il Post-Modern, ricerche formali per arrivare a mobili sempre nuovi e diversi. |